27 / 03 / 2017

Happy Birthday Europe

L’Europa ha compiuto sessant'anni, chi l’avrebbe mai detto? Chi, fino a prima del boom di notizie ricevute in questi giorni sull’argomento, avrebbe veramente saputo dire quando è nata l’Europa? E, soprattutto, chi ha dato lo spunto per la sua nascita? Questo mi ha portato ad una riflessione che riguarda la nostra scuola e la nostra formazione. Ascoltando le cronache di questi giorni, ho notato che ricorreva la citazione di un uomo del passato di cui sapevo poco o nulla: Altiero Spinelli. Un nome, purtroppo, poco conosciuto oggi. Questo grande pensatore divenne famoso soprattutto grazie ad un testo scritto in esilio, durante il periodo fascista, nell'isola di Ventotene: il Manifesto per un’Europa libera ed unita, poi chiamato il "Manifesto di Ventotene". Si tratta del documento che sta alla base dell’elaborazione del pensiero sul Federalismo Europeo. Io l'ho scoperto a 23 anni, forse perchè a scuola la Storia, se ti va bene, termina con la seconda guerra mondiale. In compenso, passiamo anni a studiare Pipino il Breve o lo scontro tra Guelfi e Ghibellini. Non per colpa dei professori, ma per colpa di una programmazione didattica medievale: sarà per questo che diventiamo esperti di valvassori e valvassini, ignorando completamente perché sia nata l'Europa Unita? Non stupiamoci poi se non si riesce a trasmettere un sentimento di unità europea, visto che  non conosciamo  nemmeno le origini storiche, politiche e culturali di questa famigerata UE.

Il vero sport prediletto non è il calcio

Uno sport largamente praticato dagli Italiani è quello di parlar male dell’Italia. Una volta tanto potremmo parlarne bene ed esserne anche moderatamente orgogliosi. In occasione del 60° anniversario dei Trattati di Roma l’Italia ha fatto un’ottima figura sia per l’organizzazione che per la sicurezza. Ventisette capi di stato o di governo, centinaia di altre personalità - obiettivi ideali per attentati e terrorismo di ogni specie - si sono potuti sentire sicuri prima in Campidoglio e poi al Quirinale. Abbiamo visto una Merkel, un Holland ... solo per citare quelli più in vista, muoversi, scherzare e farsi fotografare con tranquillità, sentendosi a proprio agio. Molti sicuramente erano a Roma già da qualche giorno, il che avrebbe potuto ulteriormente complicare le cose. Ci sono state manifestazioni e cortei pro e contro ma non è successo nulla e possiamo dire non solo per fortuna, ma certamente anche per efficienza degli apparati di intelligence e di sicurezza. E non va trascurato il fatto che dovevano essere presidiate contemporaneamente, e non è cosa da poco, anche Milano e Monza per la visita del Papa. Non so in quali e quanti altri Paesi tutto sarebbe andato così bene. Un grazie alle forze dell’ordine agli enti e organizzazioni e ai vari ministeri competenti mi sembra dovuto.  

Diritti acquisiti di M.

La fondazione Visentini, dedicata alla memoria del Ministro delle finanze degli anni '70 che introdusse gli scontrini fiscali e disciplinò le SPA, ha appena pubblicato uno studio sul cosiddetto divario generazionale, in cui evidenzia che nel 2017, in media, un giovane diventa autonomo a 38 anni. Visentini, a quel tempo, parlando del suo Veneto, identificava la maturità e l'autonomia con il raggiungimento delle 3 "m": per mestiere, matrimonio e macchina. L'autonomia, anche oggi, è sinonimo di opportunità di lavoro, possibilità di formare una famiglia e quindi indipendenza economica. Nel 2017 in Italia, se tutto va bene questi obiettivi si raggiungono, in media, a 40 anni. La prima cosa che penso è perciò che le generazioni del dopoguerra, in Italia, prima hanno posto le basi per i propri diritti acquisiti, poi hanno scaricato sui giovani di oggi il peso del debito pubblico.

La mia sensazione è che se l'austero Bruno Visentini  potesse oggi parlare, probabilmente dovrebbe ammettere che, in termini economici, le generazioni del baby boom hanno gentilmente lasciato in eredità ai "giovani quarantenni" di oggi una quarta "m", meno profumata delle prime 3.